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Escherichia Coli O157
agosto 2024
Di cosa si tratta?
L’infezione da Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) è considerata una zoonosi* poiché il tratto gastro-intestinale dei ruminanti, in particolare dei bovini e bufalini, costituisce il serbatoio naturale di questi batteri. E. coli O157 viene incluso tra gli agenti di tossinfezione alimentare, anche se l’epidemiologia delle infezioni da VTEC, rispetto alle più classiche tossinfezioni, presenta alcuni caratteri distintivi.
Esistono numerosi sierogruppi VTEC dei quali, il più conosciuto e diffuso, è E. coli O157. Nel nostro Paese sono molto frequenti anche i sierogruppi O26, O111 e O145.
*Le zoonosi sono malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta, dagli animali all’uomo. Gli agenti responsabili delle zoonosi comprendono batteri, virus, parassiti, miceti e altre entità biologiche. Le zoonosi rappresentano una minaccia per la salute umana e animale, con importanti ripercussioni anche a livello sociale ed economico.
Come avviene la trasmissione?
La trasmissione all’uomo avviene prevalentemente per via alimentare, attraverso l’ingestione di derrate di origine animale contaminate in fase di produzione o lavorazione (carni contaminate e non sottoposte a cottura completa, latte crudo, latticini non pastorizzati) ma anche attraverso ortaggi e frutti coltivati su terreni fertilizzati o irrigati con reflui da allevamenti bovini infetti. Tra le potenziali fonti di infezione, un ruolo sempre più importante viene attribuito alle fonti idriche, siano esse destinate a usi civili, agricoli o per balneazione. Infine il contatto diretto con animali appartenenti alle specie serbatoio e la trasmissione persona-persona (per via oro-fecale) possono giocare un ruolo nella propagazione dell’infezione. Il periodo di incubazione dell’infezione da VTEC è compreso tra 1 e 5 giorni.
Come possiamo identificarlo?
Le indagini microbiologiche per la ricerca dei VTEC richiedono tecniche speciali che generalmente non sono disponibili presso i laboratori clinici e ospedalieri.
In commercio esistono terreni selettivi / differenziali e test di agglutinazione per E.coli O157 che possono permetterne una prima identificazione. I ceppi così identificati devono essere confermati da un laboratorio di riferimento, verificando la capacità del ceppo di produrre tossina (test di citotossicità su colture cellulari) e/o la presenza dei geni codificanti per la tossina stessa. Per la diagnostica dei VTEC appartenenti agli altri sierogruppi è indispensabile rivolgersi a laboratori specializzati.
Come viene gestito il problema in Italia?
L’Istituto superiore di sanità coordina dal 1988 un sistema di sorveglianza delle infezioni da VTEC e la rete italiana del sistema di sorveglianza europeo Enter-Net, alla quale fanno capo i laboratori di riferimento presenti sul territorio nazionale.
In collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la Società Italiana di Nefrologia Pediatrica (SiNePe) ha adottato il Registro Italiano Sindrome Emolitico Uremica (SEU), nel quale raccoglie informazioni sui casi di malattia che si verificano in Italia, registrando informazione sui pazienti, sulle caratteristiche cliniche della malattia e sulle cause.
Informazioni estratte dal sito: https://www.epicentro.iss.it/seu/vtec
Rapporto 1 Luglio 2023 / 30 Giugno 2024
estratto da: https://www.epicentro.iss.it/seu/epidemiologia-italia
In Italia tra il 1 luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sono stati registrati 68 casi di SEU. I pazienti provenivano da 18 Regioni (due casi avevano la residenza all’estero), mentre per sei casi la malattia si è manifestata al rientro da un viaggio all'estero. Come largamente atteso anche nel periodo considerato, la maggioranza dei casi di SEU è stata registrata nei pazienti in età pediatrica (<15 anni di età) con 67 casi (98,5% del totale).
(...) I valori più elevati sono stati riscontrati in Valle d’Aosta (un caso segnalato al Registro), sebbene la maggioranza dei casi sia stata registrata in Puglia (9 casi), Campania (7 casi) e Veneto (7 casi). Negli ultimi 12 mesi, le Regioni in cui il tasso di segnalazione dei casi di SEU è risultato superiore alla media nazionale comprendevano P.A. Bolzano, Puglia, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, P.A. Trento, Abruzzo, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna.
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